La storia di Santa Maria Nuova


Secondo la tradizione riportata dal Medri, bisogna risalire al VII secolo per trovare traccia di una cappella dedicata a Santa Maria dei Pescatori, eretta su una delle isolette che emergevano dal fiume Po in quel lontano periodo. Intorno a questo nucleo originario, nel X secolo, venne edificata la nuova chiesa di Santa Maria del Lago dal nome dello specchio d’acqua che la circondava, detto Lacus Mariae, toponimo riscontrabile nell’attuale via Gusmaria. Il termine “Lago” venne poi sostituito dall’appellativo “Nuova”, come attesta un documento del 1112 in cui la chiesa, di proprietà della antica abbazia di San Bartolo fuori le Mura, viene citata con il nome di Santa Maria Nuova.

Ricostruita nel 1182 e documentata come parrocchia nel 1278, l’edificio sacro conobbe ulteriori modifiche nei secoli successivi con l’aggiunta della cappella Contrari nel Trecento, della cappella Bonlei nel Quattrocento e, nel XVI secolo, di quella di San Sebastiano, demolita poi nel XVIII secolo. La cappella Bonlei, della quale oggi resta traccia in un arco sulla fiancata destra, venne abbattuta nel 1770.

La chiesa, conosciuta anche come Santa Maria della Neve, in memoria del prodigio della nevicata avvenuto nell'anno 352 in piena estate sull'Esquilino in Roma, ove poi sorse la grandiosa basilica di Santa Maria Maggiore, conserva dietro all’altare maggiore un dipinto dello Scarsellino nel quale è raffigurato tale evento.

All’inizio del Settecento i titoli e i benefici della chiesa parrocchiale di San Biagio, demolita per lasciar posto alla Fortezza Pontificia, passarono alla parrocchia di Santa Maria Nuova. Questa nuova acquisizione comportò la necessità di costruire una cappella dedicata a San Biagio contenente la statua e una reliquia con un frammento della mandibola del Santo, venerato come protettore della gola soprattutto in occasione del 3 febbraio, giorno in cui cade la sua festività. Nello stesso periodo tutta la chiesa, ad aula, venne ristrutturata con decorazioni di stile barocco.

Con l’avvento di Napoleone, nel 1796 la chiesa di Santa Maria Nuova, detta poi di San Biagio, fu chiusa per poi essere riaperta nel 1812, privata però del titolo di parrocchia.

Alla fine dell’Ottocento, in seguito a lavori di rifacimento del pavimento, furono rinvenuti alcuni marmi ravennati, tre livelli di pavimentazione, una parte del muro della chiesa primitiva, e la tomba degli Aldighieri.

Tutti questi reperti furono raccolti in una piccola cripta eretta nel 1921 in occasione del centenario dantesco, detta appunto degli Aldighieri, e terminata nel 1949 con la costruzione di un altare, sul quale fu posizionato un altorilievo trecentesco in marmo istriano con un Cristo benedicente. Nello stesso periodo fu collocata sulla facciata della chiesa una targa marmorea con la citazione dantesca relativa agli ascendenti materni (Divina Commedia, Pd XV 137-8), a ricordo delle celebrazioni degli anni Venti. In questo arco di tempo, tutta la chiesa fu restaurata all’interno e all’esterno. La facciata riacquistò il suo aspetto trecentesco-quattrocentesco, con le linee ogivali del portale e delle finestre e gli ornamenti in cotto. Nel 1938 Santa Maria Nuova fu di nuovo elevata a parrocchia. Nel 1944 venne colpita dai bombardamenti: l'abside fu in gran parte demolita, crollò il soffitto e la cripta venne squarciata per cui fu necessario ricostruirla. I lavori terminarono nel 1949.

Nei decenni successivi furono eseguiti vari interventi sia di manutenzione sia di restauro.

Tra gli ultimi lavori di manutenzione e di consolidamento della chiesa vanno ricordati quelli realizzati in corrispondenza del pavimento dell’abside nei primi mesi del 2012, operazioni che evitarono il crollo e la conseguente devastazione della cripta in seguito al terremoto del 20 maggio dello stesso anno.

L’evento sismico ha imposto la chiusura al pubblico dell'edificio, che fu riaperto solo nel settembre 2015.


Fonti bibliografiche

Chiese e Monasteri di Ferrara – Devozione Storia Arte di una Città della Fede, a cura di Alberto Guzzon e Paola Poggipollini, Comunicarte, 2000.

Paolo Fioravanti, Italo Marzola, S. Maria Nuova e S. Biagio – Una Chiesa tra Storia e Leggenda, Parrocchia di S. Maria Nuova e S. Biagio, Ferrara 1999.


La Chiesa di Santa Giustina

La chiesa di Santa Giustina, si trova in piazzetta Cortebella, in angolo con via Garibaldi.

L’edificio religioso, al quale erano annessi due ospedali per indigenti e infermi, fu edificato dai monaci benedettini nel IX secolo, durante il pontificato di Leone III. Diversi documenti dei secoli successivi attestano che rimase parrocchia indipendente fino al 1583 quando, dopo la morte del rettore Don Giovanni Battista Containi, divenne il seminario dei Chierici Rossi cosiddetti dal colore delle tonache dei primi 14 giovani seminaristi che vi furono ospitati.  

Nel 1721, in seguito al trasferimento del seminario nel palazzo Trotti – Costabili, nell’attuale via Cairoli, il complesso fu destinato a "Conservatorio per fanciulle". Nel 1798, quando i francesi soppressero tutte le istituzioni di tipo religioso, nel conservatorio, denominato dai ferraresi “delle zitelle”,  vivevano venti fanciulle.

Nel 1832 le monache di san Guglielmo occuparono il complesso che fino ai primi del Novecento diede ospitalità a fanciulli orfani e poveri, poi trasferiti nell’istituto Umberto I.

Nel 1907 fu acquistato da privati, che lo adibirono a convitto e pensionato, nominalmente per giovani bisognosi, ma di fatto frequentato da studenti di buona famiglia. In seguito al fallimento di questa iniziativa, nel 1916, fu ceduto alle monache Agostiniane che riaprirono la chiesa al culto.

I bombardamenti del 1944 non danneggiarono la chiesa, che funzionò da succursale a Santa Maria Nuova fino al 1949, quando quest’ultima tornò ad essere agibile.

In seguito a recentissimi lavori, l’ex convento è stato risistemato e adibito ad abitazione civile. La chiesetta invece, di proprietà della Parrocchia di San Biagio, necessita tutt’ora di lavori di restauro per ritornare alla sua funzione di luogo di culto.


La Cripta e La tomba degli Aldighieri


Alla fine del XIX secolo, nella chiesa di San Biagio in occasione del rifacimento del pavimento, fu rinvenuto il sepolcro della famiglia degli Aldighieri e una parte del muro della chiesa primitiva.

Nel 1921, anno del VI centenario della morte di Dante, fu poi costruita una piccola cripta detta appunto degli Aldighieri dove nell'occasione furono messi i resti dell'antica famiglia. Tale cripta, tuttora, necessita di continua manutenzione per il rischio di allagamenti causati dalla presenza di altre sepolture nei dintorni.

La stessa facciata, che era stata trasformata nel Settecento, sempre nel 1921 riacquistò attraverso un restauro piuttosto ardito il suo aspetto tre-quattrocentesco; in tale occasione fu inserita nella parte destra della facciata una targa marmorea con la citazione dantesca relativa agli ascendenti materni (Divina Commedia, Pd XV 137-8), nell'ambito di tali rifacimenti venne trovato nell'ogiva del portale una notevole sinopia, raffigurante il Transito della Vergine, distaccato e adesso esposto in separata sede, nel contempo anche il fianco meridionale assunse l'attuale architettura.

In seguito ai bombardamenti del 1944 che colpirono la chiesa, la cripta venne squarciata. I lavori di ricostruzione terminarono nel 1949.

Da allora la Cripta e la Tomba degli Aldighieri sono state sempre visitabili fino al sisma del maggio 2012, quando venne imposta la chiusura al pubblico della chiesa, che fu poi riaperta solo a settembre 2015.



Il 26 marzo 2021, in occasione della giornata del DanteDì a 700 anni dalla morte del poeta Dante Alighieri, il sindaco di Ferrara ha inserito sul social "Instagram" un lungo messaggio dal quale è stato ricavato il seguente estratto, nel quale si parla della parrocchia e della cripta.

<<#Ferrara è la patria della famiglia ferrarese degli Aldighieri, a cui si può far risalire il cognome di Dante. Infatti abbiamo i suoi parenti sepolti nella medioevale cripta degli Aldighieri di Ferrara, che ancora esiste nella chiesa di Santa Maria Nuova e San Biagio. All'esterno, sulla facciata, è iscritto il verso dantesco del Paradiso "mia donna venne a me di val di Pado / e quindi il sopranome tuo si feo".>>